2009
Il Raggiratore / Oszust

di Carlo Goldoni

Teatr Nowy di Poznań (Polonia)

con: Janusz Grenda, Małgorzata Łodej-Stachowiak, Ewelina Dubczyk, Marta Szumieł, Bożena Borowska-Kropielnicka, Tadeusz Drzewiecki, Agnieszka Różańska, Anna Mierzwa, Paweł Binkowski, Zbigniew Grochal, Andrzej Lajborek, Paweł Hadyński, Cezary Łukaszewicz, Grzegorz Gołaszewski
regia: Sergio Maifredi
scene: Danièle Sulewic
musiche: Bruno Coli
assistente alla regia: Katarzyna Dawid
direttore di scena: Krzysztof Przybyłowicz
debutto: 9 gennaio 2009 (in scena fino al 2013)

 

Il Raggiratore è una commedia “nera”. Non c’è lieto fine. Il Conte Nestore, il protagonista, è una sorta di Tartufo. Espugna la famiglia di uno sciocco aristocratico sull’orlo della rovina finanziaria, come si espugna una città sotto assedio: con astuzia e ferocia.
Janusz Wiśniewski, la sera della prima di Sei Personaggi, nel foyer del Teatr Nowy mi prende vicino a lui e nella confusione dei brindisi mi chiede serio: Hai già pensato al tuo prossimo lavoro qui? Faccio finta di non aver capito bene per essere sicuro di non aver frainteso. Dimmi un autore e un titolo.
Carlo Goldoni, il Raggiratore sparo io.
In Polonia il testo non è tradotto. Janusz se lo fa tradurre e dice sì. E i suoi sì non sono affatto scontati o facili.
Il Raggiratore inizia le prove il 24 Ottobre 2008. Dentro di me sono cambiate tante cose dai tempi di Sei Personaggi. Non me ne ero accorto. Se ne accorgono i miei attori. Ora non sono più un “emigrante” lontano dal suo Teatro che inesorabilmente si allontana; ora sono un “nomade” che si muove con la sua carovana: il mio teatro accade qui, in questo momento. Accanto ho Lucia Lombardo che con me e Corrado d’Elia ha, nel frattempo, costruito la nostra nuova avventura teatrale. Danièle Sulewic, la mia scenografa, è con me e con lei inizio un’esplorazione anche geografica della Polonia. Bruno Coli, il mio musicista, compone musiche splendidamente italiane, portando gioia ed entusiasmo, quando non è in Polonia spedisce i suoi pezzi in mp3, ci sentiamo via skype ed è come se fosse qui. Alberto Rizzerio, cattura in immagini fotografiche il nostro lavoro, per sua natura effimero.

Le prove sono scandite dalle nostre scorribande durante i week end: Varsavia, Wrocław, Toruń, Cracovia. Si accumulano indizi, tracce, non si sa bene per cosa, forse per la mostra che ho in testa ma che non so bene ancora come fare, ma intanto si raccolgono segni, sensazioni, umori, manifesti, libri, racconti, volti, promesse.
Dopo tre settimane, a Berlino, ho un’ intuizione: ho sbagliato a scegliere un protagonista giovane, immaginando che il fascino del Raggiratore stia nella sua bellezza, nella sua energia fisica. Il Raggiratore è vecchio, decrepito, rugoso, ha inciso nel suo volto anni di fatiche, di ferite, per questo è spietato, per questo è affascinante: nessuna speranza nessun timore. Ha la sensualità delle anime disperate.
Chiedo un incontro con Janusz. Gli spiego. Capisce. Gli dico che però è un’intuizione, forse sbagliata, nel testo di Goldoni è giovane. Sei tu il dio di quel mondo mi risponde. So cosa intende, conosco la sua fede. E ogni mondo ha un suo dio. E pure il teatro e pure l’universo di Goldoni. Sei tu che decidi l’età, sei tu che lo rendi credibile.
Serve l’attore che sostituisca l’attuale protagonista. In compagnia, gli dico, ho Tadeusz: è straordinario, ora dice solo poche battute.
Janusz fa due telefonate. Il giovane attore, soffrendo, lo so, cede il posto: andrà a fare una piccola parte, con un po’ di rammarico ma senza tragedie. Tadeusz inizia a studiare e oggi stesso farà la prova costume.
La macchina del Nowy riparte regalandomi lezioni di grande teatro.
Arriva Natale e passiamo tutti insieme l’antivigilia. Nel ristorante, sotto il Teatro, Janusz fa benedire il pane che ognuno di noi ha in mano. Poi ciascuno ne dona un pezzetto agli altri.
Mi sento davvero a casa. Adoro il calore del Teatr Nowy, così come adoro il freddo dei meno quindici che ti assale fuori dal portone.
Il debutto è previsto per l’08 Gennaio 2009. Tre giorni prima iniziano le prove generali che il regista può aprire al pubblico o meno.
So che il nostro lavoro deve affrontare un’altra importante prova. Esiste un momento in cui il Direttore scende a vedere un’intera “filata”. Lo tzunami arriva una sera.
Il bilancio è di qualche attrice in lacrime, qualche tecnico con le orecchie basse, ed un protagonista in crisi.
Quando reciti mi viene da vomitare. Ecco, Janusz non ama i giri di parole.
In compenso c’è, non ti abbandona.
Bene, mi dice, è la prova generale e sai che per contratto oggi gli attori non hanno limite d’orario: puoi provare anche ventiquattro ore di seguito, che vuoi fare? Vuoi che me ne vada o resto?
Non ho dubbi: Voglio provare, voglio mettere in pratica, ora, i tuoi consigli; tu resti e lavoriamo insieme, d’accordo?
Mi stupisco di me stesso. Due anni prima sarei andato in crisi, come i miei attori. Stanotte invece sono sereno, ho voglia di lavorare e domani si va in scena.
Alle tre di notte il ristorante che è restato aperto – fa parte del Teatro, lavora per il Teatro e il personale resta ai posti di combattimento – porta i rinforzi, per me una carbonara fumante che il cuoco polacco fa in mio onore. Ed è buonissima. Oszust debutta come previsto. Il pubblico ride, si diverte. Goldoni, anche tradotto, è inesorabile e funziona.
Nel foyer ci aspetta il discorso ufficiale. Janusz saluta il pubblico, poi mi passa la parola. Ringrazio e concludo sillabando do widzenia , arrivederci. Janusz riprende la parola: do widzenia davvero perché ritornerai per un nuovo spettacolo. Questa volta capisco al volo e sono felice. Felice davvero!
Dziękuję bardzo, grazie di cuore, Maestro.

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