2011
Lo sceicco bianco / Bialy Szejk

di Federico Fellini

Teatr Nowy, Poznań, Polonia

regia: Sergio Maifredi
scene e costumi: Danièle Sulewic
musica: Bruno Coli e Nino Rota
assistenti alla regia e traduttrici: Kamila Badoń-Lehr, Agnieszka Domaradzka
assistente scenografa: Emilia Grzeczka
direttore di scena: Krzysztof Przybyłowicz

Con: Marta Szumieł, Waldemar Szczepaniak, Mirosław Kropielnicki, Anna Mierzwa, Daniela Popławska, Oksana Hamerska, Maria Rybarczyk, Tadeusz Drzewiecki, Radosław Elis, Zbigniew Grochal, Andrzej Lajborek, Ildefons Stachowiak 
figuranti: Mirosław Bartkowiak, Krzysztof Baumann, Franciszek Leśniewski, Krzysztof Przybyłowicz, Robert Szymlet, Brunon Urbaniak, Tomasz Zientkowski bambini: Jakub Głowicki, Stanisław Miedziejko

Pinocchio! Dopo Pirandello e Goldoni con Janusz siamo d’accordo, Pinocchio può essere la nuova impresa qui al Teatr Nowy. Assolutamente italiano, assolutamente internazionale. Lavoriamo quasi due anni, sul copione, sulle scene, sui costumi.
Pochi mesi prima dell’inizio delle prove lo stop. Un’altra compagnia, a Varsavia, mette in scena Pinocchio. Salta tutto.
Cosa altro posso trovare, cosa c’è di altrettanto italiano e altrettanto internazionale? Fellini? Potrebbe essere.
Parto per Poznań. Fellini? Lo Sceicco Bianco? Nino Rota? Tak, tak, tak, sì, sì, sì!
Janusz è convinto, si parte!
Un altro anno di ricerche, bozzetti, viaggi, discussioni. Di prove fissate e rimandate.
Poi un giorno si inizia davvero. Oltre venti attori impegnati, comparse, tecnici, scenografie che salgono e scendono, cavalli, bambole e cineprese fuori scala, sovradimensionate come in primo piano. Si prova a microscene, a fotogrammi, a sequenze.
Tenere il filo dell’insieme è una fatica. Dorota, il direttore di scena, entra in lacrime in sala. Fuori ci sono i giornalisti! mi dice singhiozzando. Il sindaco vuole la testa del direttore, di Janusz Wiśniewski, reo di avergli detto senza mezzi termini che il teatro lo dirige lui, che il teatro appartiene agli artisti, che i politici potevano andare a farsi benedire.
Seguono giorni furiosi. Il teatro sembra un fortino assediato. Janusz non lascia né il suo ufficio né il suo appartamento. Gli attori a piccoli gruppi si riuniscono.
Dopo una settimana Janusz rassegna le dimissioni. Col sorriso strano di chi si incammina con curiosità verso un futuro che non conosce, passa in rassegna le truppe. Ha il giubbotto di pelle e gli occhi brillano. Ci abbracciamo. Non trovo le parole per dirgli che è stato per me un maestro, per dirgli powodzenia! buona fortuna!
Riprendiamo a provare Lo Sceicco Bianco, ma in un clima surreale. Si andrà o no in scena?
Jacek, il vicedirettore, sa tenere la barra del timone, tratta con le Istituzioni. Gli spettacoli in corso e quelli in prova vanno avanti, via libera.
Viene nominato il nuovo direttore, Piotr Kruszczyński. Regista quarantenne.
La macchina del Nowy riparte. Tutti si allineano. Chiedo un incontro con il Direttore. Parliamo guardandoci negli occhi, con rispetto reciproco. Sappiamo quanto io sia legato a Janusz, sappiamo al tempo stesso le ansie e la gioia di chi si accinge a dirigere un teatro.
Lo invito alle prove. Lo ascolto. E Piotr mi da consigli da collega.
Alla conferenza stampa siamo accanto.

I miei spettacoli restano in scena ancora per molti anni.
E nello zaino ho sempre la chiave della mia stanza al Nowy.

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